Comunicato stampa Europerio9 - Il fumo influenza l’efficacia della terapia parodontale non chirurgica 

Lo Studio rileva maggiore riduzione della profondità di sondaggio nei non fumatori

 

Amsterdam, Paesi Bassi, 19 giugno 2018 - Secondo uno studio che verrà presentato a EuroPerio9, il principale Congresso mondiale in Parodontologia e Implantologia, il fumo ha un impatto negativo sulla salute parodontale a termine della terapia parodontale non chirurgica (1).

“La terapia parodontale non chirugica ha significativamente ridotto la profondità di tasche superiori ai 4 millimetri sia nei fumatori che nei non fumatori” dice il Dottor Aorra Naji, Parodontologo del Centro di Riabilitazione Orale, Dipartimento di Parodontologia, Falun, Svezia. “Tuttavia abbiamo trovato che la riduzione di PD è molto più pronunciata nei non fumatori ad un anno dal trattamento”.

Le tasche parodontali si formano tra la gengiva e la radice del dente, dove i batteri possono concentrarsi e rilasciare tossine che interagiscono con il sistema immunitario del Soggetto portando alla perdita dell’apparato di sostegno del dente.

“L’obiettivo del nostro studio è stato quello di studiare l’impatto del fumo sulla guarigione parodontale un anno dopo l’esecuzione della terapia non chirurgica parodontale”dice sempre il Dr Naji.

I dati dello studio si riferiscono ad un campione di 1551 Pazienti trattati tra il 1980 e il 2015 in una Clinica specializzata in Parodontologia in Svezia. I Ricercatori hanno stabilito che un anno dopo la fase attiva della terapia non chirurgica c’era stata una significativa riduzione dei parametri clinici parodontali sia nei pazienti fumatori che in quelli non fumatori. Mentre nei non fumatori la riduzione di PD si attestava al 72%, nei fumatori rimaneva al 51%, evidenziando come il fumo influenzi negativamente la guarigione dei tessuti parodontali successivamente alla strumentazione non chirurgica. I Ricercatori hanno anche rilevato che la riduzione di placca era in media del  69% nei non fumatori e invece del 53% nei fumatori, sempre ad un anno dalla terapia.

“Nonostante questo studio abbia dei limiti ( retrospettivo, non si può analizzare l’impatto del consumo di sigarette e in che modo lo status di ex fumatore influenzi la guarigione parodontale), abbiamo trovato evidenza che le terapie parodontali non chirurgiche esitano in una maggiore riduzione della profondità di sondaggio nei non fumatori” dice il Dr Naji”. Studi ancora più ampi sono necessari per meglio investigare l’influenza della cessazione del fumo sulla salute dei tessuti parodontali” ha aggiunto.

Il Dr Naji ha concluso: “Così come i non fumatori hanno maggiore riduzione della profondità di sondaggio, è importante per chi  opera nel settore della salute dentale avere un ruolo nella prevenzione al vizio del fumo, per esempio utilizzando la modalità del colloquio motivazionale”.

Comunicato Stampa